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Garet Pugh 2011 |
Alcune delle più famose collezioni per la prossima
primavera estate 2013, sono ispirate
alla
Op art (optical art),un’arte astratta il cui termine apparve per la prima volta nel
1964 su “
Time Magazine”
e venne subito
rilevato da un gruppo di pittori di arte astratta che lo utilizzarano
esclusivamente, per le loro creazioni. L'Optical Art si sviluppa a New York negli anni della contro-cultura,
tra la venerazione dell’eccesso e il culto della psichedelia.
Victor Vasarely e Bridget Riley, gli artisti padri del movimento,
cercavano il modo di trasporlo su tela, servendosi di motivi grafici,
scientificamente progettati per produrre un senso di straniamento nel
fruitore.
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B. Riley |
L’ipnotico dinamismo prodotto da sequenze ripetute di figure geometriche
bianche e nere conquista
immediatamente l’industria della moda, che
coglie al volo l’opportunità di ottenere lo stesso effetto sui tessuti.
In principio furono
John Bates e
Mary Quant a usare i rigorosi
geometrismi monocromatici nelle loro creazioni, ma i patterns fanno
tendenza e spopolano durante tutti gli anni ’60, diventando un simbolo
del periodo.
Nel 1964 una fotografia del designer Ossie Clark e della modella
Chrissie Shrimpton incanta la swinging London; lei indossa un total look
optical ed è subito icona.
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Ossie Clark 1965 |
Nel frattempo la Space Age Collection di P. Cardin porta in orbita i
ritmi di linee e losanghe, che si trasformano in futuristici decori per
bluse, minigonne e collant.
Tutti, da Ives Saint Lauren a Capucci, da Valentino a Lanvin, si lasciano
travolgere dalle fantasie a spirale, dalle curve, dai rettangoli, tipici
dell’arte ottica.
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Roberto Cappucci 1965 |
Per la prossima stagione gli stilisti che hanno sposato questo filone
sono davvero tanti
, da
Marc Jacobs a Louis Vuitton,
fino a
Moschino, Marni,
Ghivency,
Balmain,
Kors e molti altri
Ma gli stilisti e chi vuole fare moda non fà altro che ispirarsi a
qualcosa che già c’è o già c’è stato, sembra la parola d’ordine delle
tendenze attuali, uomo e donna
s’intende. Il ritorno del pied de poule, delle righe, delle linee anni
60..e' tutto un dejà-vù .
Ciò non significa un passo indietro, anzi! Riprendere con le tecnologie
di oggi un gusto per l’estetica di 30/40 anni fà penso sia un’ottima
scelta , basta non ricadere nel facile copia-e incolla a volte usato da certi pseudo -stilisti...
E voi cosa ne pensate della Op (optical) art?
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J.Watanabe 2010 Bridget Riley artista |
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Versace 1987 Balmain S/S 2013 |
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Tania M . Top model anni 60' |
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Lady Gaga 2012 |
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Louis Vuitton S/S 2013 |
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Coureegès 1968 -. Sportmax S/S 2013 | | | Coureegeès 1968 - Sportmax S/S 2013 | |
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Clark 1968- Marc Jacobs S/S 2013 |
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Couregeès 1968- Moschino S/S 2013 |
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Marilyn Ph Stern 1962 - Sportmax code S/S 2013 |
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Donovan 1966 Louis Vuitton S/S 2013 |
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Vasarely- Zebre 1937. |
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Castillo 1960 |
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Vogue 1965 |
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M. KORS S/S 2013 |
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Bridgit Riley artista- 1979 |
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MARC JACOBS S/S 2013 |
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MOSCHINO S/S 2013 |
Dolce e Gabbana S/S 2013
CURIOSITA'
Negli anni Sessanta Vasarely titola diverse sue opere con il nome di
stelle e costellazioni, proprio quando l’uomo sta sondando le
possibilità dello spazio fino a compiere il viaggio definitivo che lo
porterà dalla terra alla luna.
Victor Vasarely, con “
Vega 200” nel
1968, portò all'attenzione di un vasto pubblico la
Optical art, con una
sorta di simulazione della terza dimensione ottenuta nella bidimensionalità di un quadro
Nel 1969 pop-star David Bowie sceglie per la
copertina del suo secondo album “Space Oddity”, proprio un dipinto di
Vasarely come sfondo
nel 1969, nello stesso anno dello sbarco sulla luna e di
“2001 Odissea nello spazio” di
Kubrick.
- Nel film " Barbarella", Roger Vadim (1969) cita i dipinti cinetici di Vasarely
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Victor Vasarely |
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Ambra