Il
Made in Italy è considerato, nel mondo sinonimo di grande qualità. Il
secondo fattore importante è dato dal fatto che il logo Made in Italy e'
il terzo marchio più famoso del mondo dopo VISA e Coca Cola .
Fabbriche, laboratori artigiani, aziende di tutti i tipi sono parte
concreta della vita quotidiana di tutti noi e del territorio a cui
apparteniamo. Il Made in Italy siamo noi con le nostre famiglie ed i
nostri amici, tutto il territorio che ci circonda con le sue storie e i
suoi fatti quotidiani.![]() |
Gattinoni 2011 |
..L’unica arma per sconfiggere l’omologazione è la qualita'del prodotto, unito ad un immagine e ad una comunicazione credibile,
il Made in Italy si è sempre distinto per l’eleganza, la ricerca e la
cura impiegati e per l’unicità del capo, e per la creativita' che lo contraddistingue da sempre.
Ma se la moda made in Italy resiste ai colpi della crisi è soprattutto grazie all'export.
Una recente pubblicazione sulle principali società italiane , mostra i numeri in crescita del settore
moda italiano. Nella top 10 delle migliori performance, al primo posto si assesta il Gruppo Prada, con ricavi nel 2011 pari a 2.556 milioni di euro e un utile sui ricavi del 16,9%
Benetton e' al secondo posto con ricavi pari a 2.032 milioni di euro e un utile sui ricavi di +3,6%

Giorgio Armani si colloca al terzo con 1.804 milioni di euro e +10,1% di utile.

Mentre al quarto posto troviamo la Holding Only the Brave che fà capo a Renzo Rosso, patron del marchio Diesel, che ha recentemente inglobato i brand: Victor & Rolf, Diesel, Staff International e Maison Martin Margiela e recentemente anche una quota di maggioranza del prestigioso marchio italiano Marni.

Calzedonia invece si trova al 5° posto della classifica stilata da MedioBanca, Max Mara al 6°, Zegna
al 7°, D&G all'8° e il gruppo Miroglio al 9° posto.

Stessa performance anche per Salvatore Ferragamo, al 10° posto nella classifica di Mediobanca, che è stabile a 979 milioni di euro con un utile sui ricavi del 26,6%).

Anche se l'export e' una tappa quasi obbligata per superare la crisi, la dimensione internazionale resta un miraggio per il tessuto di piccole e micro imprese della moda italiana, destinate a chiudere nei prossimi anni.
Ogni giorno assisto alla nascita di nuovi blog e a volte mi capita di confrontarli tra loro cercando le differenze,cercando qualche cosa di nuovo, di diverso, in molti casi ne esco un po' delusa, le stesse idee, gli stessi marchi low coast o iper griffati, gli stessi pensieri, replicati con poche variazioni. Mi chiedo: ma è così che alcune blogger vedono la moda? Come qualcosa di sterile e replicabile, come un semplice strumento di visibilità, come uno status symbol? Decisamente triste! Non sono contro la globalizzazione, ma credo che ogni terra abbia un qualcosa che la renda unica .L’Italia è un paese di storia e cultura … non dimentichiamo il nostro passato: è la nostra identità, valorizziamo anche la nicchia del made in italy, le piccole aziende artigianali, i giovani creativi , le nuove idee..non omologhiamoci ! Un bacio a tutte..
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Brunello Cuccinelli Cachemire 100% made in Italy |
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Torino-Venaria- Mostra dei 150 anni della moda Italiana |
Ma se la moda made in Italy resiste ai colpi della crisi è soprattutto grazie all'export.
Una recente pubblicazione sulle principali società italiane , mostra i numeri in crescita del settore
moda italiano. Nella top 10 delle migliori performance, al primo posto si assesta il Gruppo Prada, con ricavi nel 2011 pari a 2.556 milioni di euro e un utile sui ricavi del 16,9%
Benetton e' al secondo posto con ricavi pari a 2.032 milioni di euro e un utile sui ricavi di +3,6%


Mentre al quarto posto troviamo la Holding Only the Brave che fà capo a Renzo Rosso, patron del marchio Diesel, che ha recentemente inglobato i brand: Victor & Rolf, Diesel, Staff International e Maison Martin Margiela e recentemente anche una quota di maggioranza del prestigioso marchio italiano Marni.

Calzedonia invece si trova al 5° posto della classifica stilata da MedioBanca, Max Mara al 6°, Zegna
al 7°, D&G all'8° e il gruppo Miroglio al 9° posto.
E le sorprese non sono finite! Bottega Veneta,
brand di proprietà di PPR, per esempio, ha visto il suo business
crescere del 50,2% nel secondo trimestre 2012 rispetto allo stesso
periodo del 2011, registrando un aumento nelle vendite in tutti i
mercati di riferimento e non solo in quelli in grande sviluppo come
Cina, Russia e Medio Oriente.

Stessa performance anche per Salvatore Ferragamo, al 10° posto nella classifica di Mediobanca, che è stabile a 979 milioni di euro con un utile sui ricavi del 26,6%).

Anche se l'export e' una tappa quasi obbligata per superare la crisi, la dimensione internazionale resta un miraggio per il tessuto di piccole e micro imprese della moda italiana, destinate a chiudere nei prossimi anni.
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Calzature realizzate a mano da un artigiano Italiano. |
Ogni giorno assisto alla nascita di nuovi blog e a volte mi capita di confrontarli tra loro cercando le differenze,cercando qualche cosa di nuovo, di diverso, in molti casi ne esco un po' delusa, le stesse idee, gli stessi marchi low coast o iper griffati, gli stessi pensieri, replicati con poche variazioni. Mi chiedo: ma è così che alcune blogger vedono la moda? Come qualcosa di sterile e replicabile, come un semplice strumento di visibilità, come uno status symbol? Decisamente triste! Non sono contro la globalizzazione, ma credo che ogni terra abbia un qualcosa che la renda unica .L’Italia è un paese di storia e cultura … non dimentichiamo il nostro passato: è la nostra identità, valorizziamo anche la nicchia del made in italy, le piccole aziende artigianali, i giovani creativi , le nuove idee..non omologhiamoci ! Un bacio a tutte..